giovedì, agosto 30, 2007

Cultura libera

E’ di qualche giorno fa la notizia che il CNIPA, organizzazione che ha l'obiettivo primario di supportare la pubblica amministrazione nell'utilizzo efficace dell'informatica e contenere i costi dell’azione amministrativa, ha siglato un protocollo di intesa con la Regione Toscana. Scopo dell’accordo è di scambiarsi le esperienze fatte nel campo dell’e-learning e della diffusione di metodologie basate sulle nuove tecnologie per l'aggiornamento professionale dei pubblici dipendenti. La Toscana, infatti, è decisamente in una posizione avanzata in questo settore. Grazie al progetto TRIO (Tecnologie, Ricerca, Innovazione e Orientamento) la Regione mette a disposizione, gratuitamente previa registrazione, un portale dal quale è possibile fruire di oltre mille corsi di formazione, che vanno dall’informatica alle lingue, sino all’ambiente e al terzo settore. E’ un patrimonio di conoscenze rilevanti, spesso finanziate con fondi pubblici, che è quindi assolutamente logico e giusto che tornino, come formazione continua, ai cittadini.
Per alcuni versi TRIO segue la falsariga del progetto Open Courseware iniziato nel 1999 dal prestigioso Massachusett Institute of Technology. Anche in quel caso, infatti, sono a disposizione online, senza neanche la formalità della registrazione, tutti i materiali didattici preparati dai docenti del MIT (in qualche caso persone che hanno preso il premio Nobel per i loro corsi regolari.

Il modello della cultura libera è senza dubbio la strada giusta da perseguire, e dimostra la validità dei modelli di condivisione nati originariamente attorno alle comunità hacker. Anche nell’open courseware, infatti, chi mette a disposizione i propri materiali lo fa per tre motivi: ottenere un riconoscimento della sue competenze dalla comunità, salvaguardare le proprietà intellettuali, grazie all’esistenza della licenza Creative Commons, che tutela il diritto d’autore anche in assenza di transazioni commerciali e costi, e infine donare qualcosa al mondo di chi è escluso dai processi formativi.
A quando un progetto di cultura libera in Italia che coinvolga almeno le organizzazioni pubbliche che producono o acquistano formazione a distanza?

Nessun commento: