sabato, gennaio 13, 2007

L’e-government nelle province

Di Patrizio Di Nicola

A che punto è il processo di informatizzazione delle Province italiane? A scattare l’ultima foto, almeno in ordine di tempo, ci ha pensato l’Istat, in collaborazione con i Centri regionali di competenza per l’e-government, strutture nate proprio per accelerare i processi di adozione delle tecnologie ICT nelle pubbliche amministrazioni. L’immagine che se ne rileva, relativa al 2005, è come sempre contraddittoria. Infatti, se da una parte 91 province su cento hanno dichiarato la presenza di uno o più uffici dedicati alle nuove tecnologie nella propria struttura organizzativa e la disponibilità di personal computer supera il 70% dei dipendenti, dall’altra si scopre l’esistenza di un enorme divario territoriale: le province del Nord-est hanno quasi un computer per dipendente (96,6%), mentre al Sud il rapporto è di uno a due (56%). Ma come si svolgono le transazioni tipiche dell’e-government? Il sito web istituzionale è il principale strumento utilizzato per fornire elettronicamente moduli e informazioni a famiglie ed aziende. Peccato però che solo nel 68,% delle province esistano servizi interattivi, che permettono ai cittadini di consultare banche dati o verificare l’avanzamento delle pratiche. Ancora di meno (solo il 30%) sono le province nelle quali è possibile l’espletamento (o la mera presentazione) di istanze online, i cosiddetti servizi transattivi. Anche in questa caso al Sud va peggio, e molto, del Nord: le transazioni online sono consentite nel 14% delle province del Mezzogiorno, contro il 62% del Nord-est.
Insomma: l’e-government rimane una chimera, e sarebbe meglio praticarlo che predicarlo.

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