sabato, luglio 02, 2005

La patente del cittadino digitale.
Di Patrizio Di Nicola per Rassegna Mese.


Dal 16 maggio 2005, grazie alla pubblicazione della Gazzetta Ufficiale n. 112, sono diventato un “Cittadino Digitale”. Anche voi che leggete queste righe lo siete, anche se magari non lo sapete ancora. L’instancabile Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha infatti stabilito per decreto che
“I cittadini e le imprese hanno diritto di usare le moderne tecnologie informatiche per tutti i rapporti con qualsiasi amministrazione dello Stato”. Entro due anni avremo diritto a trovare in rete tutti i moduli, i formulari e i documenti per svolgere qualsiasi pratica verso le pubbliche amministrazioni. Aggiunge l’articolo 58 della norma: “ I moduli, i formulari e i documenti che non fossero disponibili in via telematica non saranno più giudicati validi, o almeno non saranno più necessari”. Finalmente si va nella direzione giusta. Non tanto perchè si renderanno informatici i tanti moduli con cui si baloccano i funzionari pubblici, quanto perché, non riuscendo la PA a gestirli digitalmente, a migliaia diventeranno inutili, come prescritto. Finirà così l’incubo del formalismo burocratico, condannato dal grande sociologo Robert Merton sin dagli anni ’50.
Forse la prossima volta che mi ruberanno il portafogli, come avvenuto subito dopo Pasqua, non dovro’ più andare di persona a presentare la denuncia di furto. Cosa peraltro, che non mi e’ poi dispiaciuto piu’ di tanto: ho trovato un agente gentile, che mi ha spiegato molti particolari sui furti e dato buoni consigli sulla mia sicurezza futura. Ma forse dovro’ ancora attendere 2 mesi per riavere il duplicato della patente di guida (e sono stato fortunato: dovendo partire per gli Stati Uniti, dove avevo prenotato una automobile, ho potuto presentare una istanza supplementare per averla in così breve tempo). Quel che mi risulta ancora oggi strano è perché il permesso temporaneo di guida, in attesa del rilascio della nuova patente, valga un solo mese. Sono ottimisti sui propri tempi di reazione? Ma ormai è storia passata: noi abbiamo i nostri diritti digitali. Speriamo solo che non si rivelino virtuali.