lunedì, febbraio 23, 2009

Inutile e virtuale
Di Patrizio Di Nicola

Gli italiani, come noto, non sono particolarmente amanti delle nuove tecnologie: da noi la percentuale d’uso dei PC, di Internet, delle carte di credito, degli acquisti online, ecc. è molto minore rispetto alle medie europee o al Nord America. Siamo invece follemente innamorati delle tecnologie che richiedono, per essere utilizzate, poco studio e ancora minore fatica: ne sia un esempio la diffusione dei cellulari, che ormai copre tutta la popolazione e anche di più, inclusi neonati e vecchine ultranovantenni. I cellulari, ovviamente sono sempre più complessi, ma da noi se ne fa quasi sempre un utilizzo di base: qualche chiamata – a costi decisamente superiori a quanto sarebbe giusto – qualche SMS, anch’essi a caro prezzo. Ma da qualche mese è scoppiata una nuova moda: Facebook. Il sistema, nato nel 2004 per tenere in contatto gli studenti delle maggiori università americane, si è rapidamente espanso, sino a raggiungere una base di 160 milioni di utenti nel mondo. In Italia, negli ultimi 5 mesi, vi è stato un boom di iscritti: da meno di 500 mila a circa 5 milioni di persone (almeno così pare: i dati del virtuale sono spesso un po’ incerti). Un successo strepitoso, se si pensa che Facebook praticamente non serve a nulla che non sia comunicare. Gli utenti, infatti, una volta iscritti, debbono cercare i loro amici (ovviamente se li invitano a diventare membri del sistema quelli di Facebook saranno molto più felici: ogni utente ha un valore stimato di un decimo di dollaro), e iniziare a scambiarsi messaggini. Oppure a inserire foto private (abbondano bambini, vacanze, paesaggi…) e commentare quelle degli altri utenti. Un’altra attività molto frequente consiste nel creare delle “cause” e chiedere agli amici di supportarle. Ne esistono di serissime (contro la mafia, ad esempio) e di assolutamente inutili (come quella sull’importanza di avere molte scarpe nell’armadio). Una volta aderito alla “causa” cosa succede? Ovviamente nulla, questo è un esempio di mondo virtuale con propaggini inutili. Speriamo che nel futuro il sistema migliori, sia sotto il profilo della tutela della privacy degli utenti, sia dal punto di vista dell’utilità.

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