sabato, gennaio 13, 2007

Passaporto nightmare

Di Patrizio Di Nicola

D’estate, si sa, si parte per le vacanze. Si pianifica il viaggio, si ragiona delle valigie e di cosa metterci dentro, si pensa a chi potrà prendersi cura delle piante o del gatto casalingo, poi via. Anzi no. Se la nostra meta e’ una località negli Stati Uniti sono guai, in quanto molto probabilmente dovremo richiedere un nuovo passaporto e ci sono discrete possibilità che dovremo cambiare destinazione, in quanto lo Stato italiano non sarà in grado di consegnarci il documento in tempo per la partenza. Con l’entrata in vigore (negli USA, non in Italia) delle norme anti terrorismo il governo americano ha deciso che chi vuole entrare nel loro territorio senza sottoporsi alla lunga e costosa procedura di rilascio del visto deve avere un passaporto dotato di foto digitale (quindi stampata da computer direttamente sul documento). Le questure italiane non dispongono ovunque dei macchinari necessari per l’emissione dei nuovi passaporti (le finanziarie passate, come noto, hanno ridotto gli stanziamenti, non certo aumentati). Ciò comporta la concentrazione delle richieste in alcuni uffici che, sommato al fatto che la grandissima percentuale di richieste si concentrano nei mesi estivi, fa saltare tutti i tempi. Al momento la Questura di Roma, ad esempio, preventiva circa 60 giorni per il rilascio del documento (la legge 1185 del 1967, che nonostante sia stata emanata tanti anni prima dell’avvento delle nuove tecnologie, prometteva il rilascio in 15 giorni, che al massimo potevano raddoppiare) . Ma prima bisogna prendere al volo la fortuna, e riuscire a conquistare uno dei 200 numeretti che, distribuiti molto prima dell’orario di apertura degli uffici, permettono di presentarsi fisicamente allo sportello per “iniziare la pratica”. Certo, chi non ha fretta può evitare la trafila e, pagando 20 euro in più, da alcuni giorni può rivolgersi alle Poste per il rilascio del passaporto. I tempi si allungano, garantito.
Ma l’Italia non è, come ci hanno detto più volte i ministri “competenti”, all’avanguardia nell’e-government? Allora come si spiega che, dal 1967 ad oggi i tempi per rilasciare un documento si siano espansi anziché ridursi? Viene il dubbio che l’e-government sia soprattutto un mezzo con cui l’amministrazione statale incassa le tasse dai cittadini più rapidamente e con meno spese. Come diceva Totò? Ma mi faccia il piacere!

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