Il gioco dell’identità digitale
Di Patrizio Di Nicola per Rassegna Mese
Maggio 2005
L’avvento dei computer e di Internet ha portato, oltre che rivoluzioni in campo produttivo, anche ad una società più giocosa. Playstation e games online allietano ormai tutte le case ove sono presenti bambini ed adolescenti. Anche gli adulti sono stati coinvolti dalla febbre del divertimento. Purtroppo, quando i grandi giocano, i risultati possono essere pessimi. Un esempio di divertimento costoso è rappresentato dalla Carta d’Identità Elettronica (o CIE). Lanciata nel 1997 nella legge di riforma della Pubblica Amministrazione conosciuta come “Bassanini bis”, la CIE è stata oggetto, sino al 2001, di legificazione crescente e, a partire da quella data, di sperimentazioni, seppur limitate, in vari comuni italiani. I quali, per aderire al progetto, avevano anche a disposizione un apposito web (http://www.cartaidentita.it), un vero cruscotto di comando, gestito dal Ministero dell’Interno.
Oggi a che punto siamo? Io abito a Roma; recentemente sono andato a rinnovare la carta di identità e della famosa scheda su “supporto in policarbonato sul quale sono inseriti una banda ottica ed un microprocessore” (cito dal suddetto web) neanche l’ombra. A una breve ricognizione si scopre che:
- Il sito web della CIE è ormai defunto da oltre 18 mesi, e nessuno lo aggiorna più (l’ultima “novità” risale a fine luglio del 2003: durante le vacanze, si sa, ci si distrae e forse al ritorno si sono dimenticati di quel sito…)
- Stando a quel sito i comuni operativi con la CIE sono appena 10 (e quasi tutti la rilasciano a piccoli gruppi di individui, proseguendo una improbabile sperimentazione). Eppure, a maggio del 2004 doveva iniziare, secondo le dichiarazioni del governo, il processo che avrebbe portato gli 8102 Comuni italiani a rilasciare in 5 anni 40 milioni di carte di identità elettroniche.
Quanto promesso non è avvenuto, ma almeno speriamo che la sperimentazione sia stata divertente. Nel frattempo gli adulti hanno trovato un altro gioco: la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), per l'autenticazione del cittadino in rete. Secondo il governo e le sue agenzie tecniche, come il CNIPA, la CNS è una smart card “che non avendo la funzione di documento di riconoscimento "a vista" del titolare è provvista esclusivamente di un microchip con caratteristiche equivalenti a quelle della Carta d'Identità Elettronica“ . Ma allora, perché fare una carta ad hoc ? Per divertirmi, probabilmente. Indovinate un po’: è iniziato il gioco della messa a punto dei regolamenti e delle leggi, e poi ci saranno le sperimentazioni…
Nel frattempo un’informazione: da novembre 2005 per entrare negli Stati Uniti sarà necessario avere un passaporto digitale. In Italia non si sa che pesci pigliare. Certo, quando il gioco diventa realtà le cose bisogna farle davvero.
giovedì, giugno 02, 2005
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