domenica, febbraio 03, 2008

La rivoluzione Open Source

Di Patrizio Di Nicola per Rassegna Mese

Come noto il mondo del software oscilla tra il rigido controllo dei copyright e delle licenze d’uso e la libera distribuzione dei codici sorgenti dei programmi. Alfiere della prima posizione è, non a caso, la Microsoft, società che detiene, grazie anche a pratiche commerciali messe in discussione da più parti, il monopolio di fatto sui sistemi operativi per PC. Sull’altro versante si situa il cosiddetto “movimento Open Source”: un enorme numero di programmatori che hanno realizzato un network mondiale per la produzione di software libero: spesso gratuito, ma soprattutto liberamente distribuibile ed utilizzabile. Prodotti di vertice di questa famiglia sono il sistema operativo Linux e la suite di videoscrittura Open Office. Molte nazioni del terzo e quarto mondo hanno deciso di adottare i software liberi da copyright per il loro ridotto costo di gestione, nonché per le poche pretese in termini di hardware: in pratica questi programmi funzionano bene anche su computer di vecchia generazione. La stessa cosa non si può dire dei sistemi operativi della Microsoft, come sa chi ha provato ad installare Vista. Arriva ora la notizia che la British educational IT agency (Becta), ente governativo che ha la missione di rendere disponibile alle scuole le migliori tecnologie informatiche, ha invitato gli istituti scolastici a non siglare contratti di licenza con la Microsoft. La compagnia, accusa Becta, chiede alle scuole una licenza per ogni Pc, a prescindere dall'installazione del proprio software: una forma di tassa sull’acquisto dei computer, insomma. Ma soprattutto, afferma l’agenzia del governo inglese, i sistemi operativi della casa di Redmond creano problemi di interoperabilità per le scuole, gli alunni e le famiglie che desiderano utilizzare alternative a Microsoft Office. L'agenzia ha anche invitato le scuole ad aumentare l’impiego del software open source, stimando che in questo modo si possa risparmiare fino al 50% nella scuola primaria e attorno al 20% nella secondaria. A pensarla così non sono ovviamente solo gli inglesi: in Turchia l'uso del software open source è diventato parte del curriculum scolastico, mentre in Croazia tutti gli insegnanti e gli impiegati statali riceveranno i manuali, anch’essi gratuiti, per imparare ad utilizzare Open Office. E’ la rivoluzione dell’Open Source: vi è chi rifiuta di pagare quello che si può avere liberamente.

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