Se il libro scompare
Il 17 luglio 2009 verrà ricordato come un giorno storico per l’informatica. In negativo. In quella data, infatti, Amazon, la più grande libreria online, ha ritirato dal commercio, per una infrazione ai diritti d’autore, due libri in formato elettronico. Un comportamento corretto, quindi. Ma la notizia è un’altra: a seguito di tale decisione, i libri citati sono scomparsi come per magia dai lettori di e-book venduti da Amazon. Si è così scoperto che grazie a un sistema di protezione installato nei lettori acquistati dai clienti (a un prezzo non proprio irrisorio: da 259 a quasi 500 dollari), l’azienda americana può mettere le mani “nelle borse” dei clienti, e manomettere la libreria memorizzata nel lettore. Inutile dire che i clienti sono stati rimborsati del costo dei due e-book, ma rimane lo scotto di aver subito una manomissione di un oggetto di proprietà senza neanche venire avvisati. Alla base di tutto ciò vi è una tecnologia, detta DRM (Digital Right Management) che, nel tentativo di tenere sotto controllo i diritti degli autori, spesso sorvola sui diritti dei clienti. I quali, in fin dei conti, sono visti come potenziali ladri, dai quali bisogna difendersi con ogni mezzo.
Vi è da dire che il mondo dell’editoria e dei contenuti digitali non è nuovo a comportamenti poco rispettosi degli utenti: qualche tempo fa Amazon aveva fatto sparire dagli scaffali ben 57 mila libri di cultura omosessuale, rimettendoli poi precipitosamente in vendita dopo le proteste della comunità gay. E il famoso lettore di mp3 della Apple, ad esempio, non permette di spostare i brani acquistati da un computer all’altro, né di estrarli dal lettore. Sull’iPhone, invece, si possono installare solo le applicazione che la casa costruttrice approva (sono migliaia, ma guarda caso le applicazioni VOIP, che permetterebbero di telefonare tramite internet bypassando le costose linee telefoniche, sono assenti). A proposito: sapete quale era uno dei due libri rimossi dal Grande Fratello Amazon? proprio “1984”, di George Orwell.