Inutile e virtuale
Di Patrizio Di Nicola
Gli italiani, come noto, non sono particolarmente amanti delle nuove tecnologie: da noi la percentuale d’uso dei PC, di Internet, delle carte di credito, degli acquisti online, ecc. è molto minore rispetto alle medie europee o al Nord America. Siamo invece follemente innamorati delle tecnologie che richiedono, per essere utilizzate, poco studio e ancora minore fatica: ne sia un esempio la diffusione dei cellulari, che ormai copre tutta la popolazione e anche di più, inclusi neonati e vecchine ultranovantenni. I cellulari, ovviamente sono sempre più complessi, ma da noi se ne fa quasi sempre un utilizzo di base: qualche chiamata – a costi decisamente superiori a quanto sarebbe giusto – qualche SMS, anch’essi a caro prezzo. Ma da qualche mese è scoppiata una nuova moda: Facebook. Il sistema, nato nel 2004 per tenere in contatto gli studenti delle maggiori università americane, si è rapidamente espanso, sino a raggiungere una base di 160 milioni di utenti nel mondo. In Italia, negli ultimi 5 mesi, vi è stato un boom di iscritti: da meno di 500 mila a circa 5 milioni di persone (almeno così pare: i dati del virtuale sono spesso un po’ incerti). Un successo strepitoso, se si pensa che Facebook praticamente non serve a nulla che non sia comunicare. Gli utenti, infatti, una volta iscritti, debbono cercare i loro amici (ovviamente se li invitano a diventare membri del sistema quelli di Facebook saranno molto più felici: ogni utente ha un valore stimato di un decimo di dollaro), e iniziare a scambiarsi messaggini. Oppure a inserire foto private (abbondano bambini, vacanze, paesaggi…) e commentare quelle degli altri utenti. Un’altra attività molto frequente consiste nel creare delle “cause” e chiedere agli amici di supportarle. Ne esistono di serissime (contro la mafia, ad esempio) e di assolutamente inutili (come quella sull’importanza di avere molte scarpe nell’armadio). Una volta aderito alla “causa” cosa succede? Ovviamente nulla, questo è un esempio di mondo virtuale con propaggini inutili. Speriamo che nel futuro il sistema migliori, sia sotto il profilo della tutela della privacy degli utenti, sia dal punto di vista dell’utilità.
lunedì, febbraio 23, 2009
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