Questi computer…
Vi era un tempo in cui i computer si acquistavano per fare una sola cosa, ben precisa. L’IBM 360, ad esempio, immesso sul mercato nell’aprile del 1964, occupava con qualche periferica un mezzo appartamento, ed era perfetto, con i suoi 4 Kbyte di memoria di base, per gestire dati amministrativi (ad esempio stampare le buste paga di un’intera azienda), o per fare calcoli scientifici. Una volta acquistato, poteva lavorare per anni, tanto è vero che la casa produttrice lo mise fuori produzione dopo 13 anni di servizio. Io oggi ho a casa due portatili, con una Ram di almeno un milione di volte superiore al vecchio 360, peso e ingombri decisamente inferiori, e con tante di quelle applicazioni che posso farci di tutto, almeno in teoria. I due portatili, acquistati di recente, sono alimentati da sistemi operativi completamente diversi: l’uno ha l’ultima versione di un programma che si chiama (traduzione italiana) “Finestre” ed è prodotto da una gigantesca azienda il cui fondatore si chiama, sempre all’italiana, “Cancelli”. L’altro invece viene da una azienda che ha come logo una mela rosicchiata, e si chiama semplicemente “X” (che starebbe per 10, ma nel frattempo è arrivato alla versione 5). Bene, far funzionare questi due portatili è diventato il mio principale lavoro. Ci passo sopra almeno un paio di giorni a settimana, ritardando la consegna di libri, articoli e la lettura delle tesi dei miei studenti. Ma io sono tosto di carattere, non posso accettare che i miei PC mi sbeffeggino. Se decido di usarne uno come lettore di DVD durante il viaggio tra Roma e Milano, scopro che i film vanno a scatti, e devo perdere ore per aggiornare tutti i programmi coinvolti (forse conveniva comprarsi un lettore portatile). Se voglio utilizzare l’altro per scambiare i dati con il mio palmare, scopro che essendo quest’ultimo troppo nuovo, non viene riconosciuto e quindi non funziona. La prossima volta mi premurerò di comprarlo usato di due anni… Naturalmente anche in tal caso esisterebbe la possibilità di aggiornare tutto. Ma forse intanto conviene tirare fuori dall’armadio il vecchio PC, che oggi mi sembra funzionare tanto bene… In definitiva una cosa la ho capita: le nuove tecnologie è preferibile acquistarle quando sono diventate un po’ vecchiotte. Come gli umani, i chip con l’età diventano meno stupefacenti, ma molto più rispettosi.
venerdì, settembre 12, 2008
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